La zecca del bosco

Sempre più spesso i nostri boschi sono infestati da un piccolo animaletto che in agguato tra erba ed arbusti non vede l’ora di saltarci addosso per fare una bella scorpacciata del nostro sangue. Questo “simpatico” animaletto è la zecca o  zecca del bosco (Ixodes ricinus).

Quante volte siamo tornati a casa e lavandoci ci siamo accorti di un microscopico puntino nero piantato nella nostra pelle? Ecco siccome io qualche volta ci sono passato voglio dare qualche consiglio e far chiarezza su questo strano acaro.

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Innanzi tutto dobbiamo dire che non vi è un modo per stare al riparo da questo animale, i vari spray o tecniche empiriche usate dai nonni non sono del tutto attendibili, quindi mettiamoci l’anima in pace e se andiamo per funghi sappiate che la probabilità di beccare la zecca è elevata.

Ora possiamo usare alcuni accorgimenti :

 Usare pantaloni chiari e non mimetici , le individueremo meglio che si arrampicano

  1. Anche in estate usate maglie a manica lunga e cappello in testa
  2. Evitate di infilarvi anima e corpo all’interno di cespugli e arbusti ( se cadono e si attaccano sul collo e tra i capelli sono quasi impossibili da individuare )
  3. Non appena arrivati a casa controllatevi bene e fatevi controllare da qualcuno nelle parti in cui il vostro occhio non arriva.

 Se la trovate seguite queste semplici regole :

 Non applicare olio, petrolio, vaselina, trielina, benzina, ammoniaca, alcol, acetone o acidi, sostanze che, benché purtroppo spesso utilizzate, inducono un riflesso di rigurgito da parte della zecca con aumento esponenziale del rischio d’infezione.

  • Afferrare la zecca nel punto più vicino possibile alla cute (esistono pinze specifiche in farmacia, ma anche delle comuni pinzette, possibilmente a punta sottile, possono andare bene. Esistono in commercio nei negozi specializzati delle penne con un laccio alla punta molto efficaci) per evitare la frattura dell’apparato boccale, avendo cura di non afferrarla per il corpo al fine di evitare il cosiddetto “effetto siringa”.
  • Estrarre il parassita, avendo cura di non rompere il microscopico rostro della zecca che potrebbe restare ritenuto nella cute.
  • Se questo avviene si potrà notare un puntino nero al centro della puntura; si dovrà quindi cercare di estrarlo usando la punta di un ago da siringa sterile e, nel caso non si riuscisse a portare a buon fine da soli questa operazione, sarà necessario contattare un medico.
  • Dopo l’estrazione, disinfettare il punto in cui la zecca si era attaccata cercando di evitare disinfettanti colorati (per non rendere più difficoltosa l’individuazione di un eventuale Eritema Migrante (EM)), quindi accertarsi di uccidere l’acaro.
  • Controllare tutti i giorni per i successivi 30-40 giorni se si forma un alone anuliforme attorno alla puntura, detto appunto eritema migrante (caratteristico della malattia di Lyme e di altre possibili patologie) e verificare la comparsa di sintomi quali una cefalea non abituale, un’artrite acuta, una sintomatologia neurologica od un malessere simil influenzale non altrimenti spiegato; in caso compaia uno dei suddetti sintomi si provveda a contattare il medico per poter così instaurare in tempo utile un adeguato trattamento. La formazione di una crosticina rossa pruriginosa è invece decorso normale della puntura.

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State comunque sereni , la malattia di lyme non è per nulla frequente ma è pure abbastanza subdola e in molti casi asintomatica, e non è detto che compaiano subito i sintomi di cui sopra. Pertanto , anche se il vostro medico curante ve lo consiglia , non assumete per nessun motivo antibiotici generici che potrebbero solo mascherare e/o indebolire i sintomi rendendo poi complicata una eventuale diagnosi.

Detto questo io abitualmente passati circa 40 giorni dall’ultima uscita nei boschi, mi faccio un esame del sangue per la ricerca degli anticorpi Anti-Borrelia, così da star tranquillo.

 Spero di esservi stato utile, alla prossima.