Eccomi a raccontarvi la mia Pasqua. Stamattina al lavoro rivolgo i miei pensieri all’indietro e mi sento appagato, contento, soddisfatto……..sono stati tre giorni intrisi di cose semplici , di panorami mozzafiato , di buon cibo e di buon vino e si anche di bei funghi, anzi tanti funghi.
Ma andiamo con ordine. Sabato partenza con calma , io e la truppa, dobbiamo raggiungere il Palagi nella nostra miniera di dormienti, Fede è già un’ora che scava nella neve come un cane da trifola, la giornata è bellissima, non una nuvola in cielo , aria frizzante. Ci ritroviamo sul luogo del delitto alle 10 circa , nel bosco c’è ancora troppa neve, ma dove ci sono chiazze di scoperto è tutta un’esplosione di marzuoli, di una qualità sublime. Artù scorrazza felice, scava buche , anche troppe. I ritrovamenti si susseguono in qualità e quantità, e pensare che il 50% delle fungaie è ancora nascosto dalla neve.
Finiamo il nostro giro e oramai sazi torniamo alla macchina.
Mangiamo un panino e poi festeggiamo anzitempo la Pasqua con una bella fetta di colomba portata gentilmente dal Palagi.
Fede torna verso casa e noi invece abbiamo ancora da divertirci facendo una bella ciaspolata sul crinale appenninico.
Il sole inizia a scaldare , saliamo in auto a circa 1500 metri e iniziamo la nostra passeggiata. Artù impazzisce nella neve, scava , corre , salta , si rotola, insegue le palline di neve e poi se le mangia, finalmente si pulisce da tutto il fango raccolto giù in basso e ritorna lindo e pulito.
La ciaspolata scorre tranquilla in un ambiente privo di rumore , interrotto ogni tanto dal gracchiare di qualche cornacchia che risveglia l’istinto predatorio di quel nanerottolo del mio cane.
Si fa tardi , è ora di tornare alla macchina e poi a casa.
Il giorno di Pasqua torniamo su nei luoghi del sabato, ma stavolta portiamo anche la mia mamma. Non le ho ancora svelato la destinazione, viene da un periodo difficile , dove la salute l’ha un po’ abbandonata e credo che questa sorpresa le farà bene. Torniamo a vedere i posti dove i miei genitori mi portavano quando ero piccolo per le vacanze estive, dove mio babbo mi ha insegnato a cercare i funghi, dove sono convinto che mio babbo in qualche modo sia ancora presente.
Andiamo a trovare i gestori dell’albergo/ristorante dove quarant’anni fa alloggiavamo, ritroviamo i vecchi gestori ( ora l’attività viene portata avanti dai figli ) , mia mamma è visibilmente commossa ma molto felice. Per la prima volta dopo tanto tempo la vedo vispa e allegra, mangia di gusto e non disdegna un bicchiere di vino e un buon limoncino a fine pasto.
Ora è il momento di sgranchirsi un po’ le gambe e la porto a cercare i funghi , si avete capito bene , a cercare i dormienti. Fortunatamente ho un posto in piano dove quest’anno nascono anche a bordo strada. Scendiamo dalla macchina e subito fanno capolino i funghi che speravo potesse trovare.
In lei si risveglia l’istinto della “vecchia fungaiola” , vuole raccogliere tutto ( a volte anche i sassi perché non ci vede più bene ) , io raccolgo quelli più grossi e lei subito mi ammonisce “ prendi anche quelli piccoli che tanto poi passa qualcuno e li raccoglie “ , mi scappa un sorriso e penso che la convinzione di una volta era questa , non c’è malizia nelle sue parole , ma solo il risveglio di un antico modo di vivere il bosco dove tutto era più o meno permesso.
Io da parte mia per una volta ho disatteso le regole e le ho fatto raccogliere anche quelli piccoli , donando un’ora di orgoglio ritrovato alla persona che ha fatto tanti sacrifici per farmi crescere bene.
La giornata è terminata , si torna a casa.
Ah dimenticavo, i marzuoli, raccolti da urlo , quest’anno veramente la quantità e la qualità sono elevatissime. Però a patto che si conoscano i posti dove nascono , sennò si rischiamo cappotti stratosferici.
Un saluto a tutti.